Alcuni trucchi per le azioni di Barra - barra
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By: barra on Martedì 06 Dicembre 2005 12:52
Purtroppo ho sempre poco tempo, ma, sollecitato dall'interesse di Zibordi, che certamente mi lusinga dato che lo ritengo uno degli analisti più preparati in Italia e certamente il più obiettivo e serio, anche nell'ammettere i propri eventuali errori, inevitabili in campo finanziario, e quindi a maggior ragione meritevole di fiducia, desidero dire brevemente che effettuo i miei investimenti servendomi di sistemi automatizzati di scelta di titoli e di gestione dei portafogli, programmati peraltro non su nuove idee ma sulla base di quelle che da decenni hanno dimostrato di funzionare con successo. Cerco in sostanza di mettere in pratica i consigli dei grandi investitori come Graham o Peter Linch. La scelta dei titoli è quindi basata su criteri value, non considerati però solo in senso assoluto ma tenendo conto anche della valutazione del titolo relativamente al settore in cui opera. Così il P/E, il PEG, il debt/asset ratio, ecc. sono considerati rispetto alle medie dell’industria, in modo da individuare titoli la cui qualità sia migliore non solo del mercato in generale ma anche del setteore in cui operano. Infatti, anche quando il mercato scende vi sono sempre azioni che salgono e sono ovviamente proprio quelle sottovalutate rispetto alla loro crescita, alla loro industria e al mercato in generale. Sono appunto quelle che bisogna cercare di individuare tenendo presente che devono avere una crescita elevata ma sostenibile, ottimi fondamentali finanziari e quindi prospettive non ancora incorporate nel prezzo.
Utilizzo quindi un insieme delle due filosofie di investimento, sia growth che value, con cui identificare le azioni con i ritorni potenziali più alti avendo un prezzo che non ancora esprime le loro potenzialità e qualità.
Ad esempio scelgo società che abbiano battuto la media dell’industria nel ROE, nel P/E, nella crescita degli utili, nel rapporto prezzo vendite, ecc. degli ultimi tre anni, degli ultimi dodici mesi e nell’ultimo trimestre. Guardo inoltre alle compagnie che abbiano un margine di sicurezza di almeno il 20% rispetto al loro prezzo di mercato, cioè che abbiano un valore intrinseco sostanzialmente superiore a quanto valutato dal mercato. Non credo quindi alla razionalità dei mercati bensì alla profonda irrazionalità della speculazione e cerco quindi di approfittarne. Sostanzialmente non credo neppure all'utilità dei grafici e dell'analisi tecnica (o almeno non sono mai riuscito ad utilizzarla in modo profittevole, probabilmente per miei limiti), anche se nei criteri che programmo a volte sono prese in considerazione gli scostamenti del prezzo dalle medie mobili. Altri criteri di scelta possono essere fondati sulla mancanza di vendite significative degli insider e sugli acquisti degli istituzionali, ma in genere cerco società con piccola capitalizzazione, di qualità, e con alto potenziale di crescita, dove i fondi sono entrati in misura ancora poco significativa. I rischi sono certamente più elevati nel settore delle micro o small cap, ma anche i ritorni possono essere maggiori. Evito comunque di acquistare azioni il cui prezzo sia inferiore ai due o tre dollari.
Capisco di non avere spiegato molto, anche perché il grosso del lavoro (che è impossibile spiegare in breve) è stato quello di programmare un sistema che automaticamente suggerisse gli acquisti e le vendite dei titoli in base ai requisiti desiderati. Evito così tutti gli errori che per molto tempo ho fatto a seguito dell'emotività.
Come ha poi notato giustamente Zibordi cerco di applicare sistematicamente stop loss che mi consentano di tagliare i titoli che non si muovono in modo soddisfacente, lasciando invece correre i vincenti.
Cordiali saluti a tutti i lettori del forum.