Ragionamenti del nano da giardino

 

  By: gianlini on Mercoledì 10 Settembre 2003 19:24

Sono passate parecchie generazioni, ma i due terzi dell'umanità sta ancora aspettando che le tasche dei più ricchi raggiungano il limite... chiedi a bergamaschi, trevigiani, friulani, trentini e modenesi se questo non è effettivamente accaduto ...(nel 1950 sfioravano la fame quasi tutti, tranne i signorotti e ricchi borghesi) il problema è che Adam Smith non pensava che con qualche medicina in più, i due terzi sarebbero decuplicati velocemente.....

 

  By: gianlini on Mercoledì 10 Settembre 2003 19:20

paolo, perchè mai deve essere stupido un discorso che si basa su fondamentali leggi della fisica tecnica?? in questo discorso ricchi e poveri sono categorie che esulano dalla mera disponibilità pecuniaria, ma che abbracciano i più ampi concetti di tecnologia, sapere, conoscenze, tolleranza e pax sociale i ricchi brasiliani, così come i ricchi tailandesi, indiani, russi e filippini , in questo senso sono "poco ricchi" perchè per la maggior parte latifondisti o grossi proprietari immobiliari poco interessati allo sviluppo tecnologico (altrimenti i campesinos sarebbero disoccupati) si parla tanto di "nuovi ricchi" (saranno poche decine di milioni nel mondo) quando invece sarebbe molto più intelligente parlare dei "nuovi poveri" quelli che fino a 25 anni fa morivano nel grembo della madre o a meno di 2 anni (e questi sono 2-3 miliardi nel mondo)

 

  By: Paolo Gavelli on Mercoledì 10 Settembre 2003 19:10

allora: questo discorso (per permettersi di ridurre le emissioni inquinanti bisogna essere ricchi) è stupido e fà il paio con quello di adam smith, secondo cui, una volta riempite le tasche dei più ricchi, la ricchezza sarebbe debordata automaticamente in quelle dei poveri. Sono passate parecchie generazioni, ma i due terzi dell'umanità sta ancora aspettando che le tasche dei più ricchi raggiungano il limite... 2ali

 

  By: gianlini on Mercoledì 10 Settembre 2003 17:49

mi risulta che la California abbia il regime di leggi anti-inquinamento più severo del mondo non bisogna confondere i dati macro (aggregati) con i dati specifici (quanto inquino per produrre un kg di plastica) gli statunitensi sono tanti e ricchi, quindi pur inquinando meno degli altri per kg di plastica prodotto, nell'insieme producono "molto inquinamento complessivo", ma i cinesi a questo ritmo li battono nel giro di due o tre anni, probabilmente il paese più inquinato in Europa è la Romania seguita da repubblica ceca e slovacchia...non proprio i paesi più ricchi....

 

  By: Paolo Gavelli on Mercoledì 10 Settembre 2003 16:28

no, è solo buonsenso ---------------- :-) infatti, facciamo i logici: 1- gli americani (il popolo più ricco al mondo) rifiutano di abbassare i loro tassi di inquinamento 2- quindi, secondo Martino e gianlini), NON sono abbastanza ricchi 3- di conseguenza, per potersi permettere di inquinare meno, i cinesi (e ovviamente tutti gli altri umani) devono ALMENO diventare più ricchi degli americani attuali 4- dove sarebbe il buonsenso? 2ali

 

  By: gianlini on Mercoledì 10 Settembre 2003 15:58

concordo perfettamente con Zibordi per una questione esclusivamente fisica inquinamento = entropia, proporzionalmente alle attività svolte diminuzione di inquinamento = diminuzione di entropia diminuzione di entropia la si ottiene solo "spendendo" calore o lavoro (sinonimi in fisica), cioè privandosi di calore o lavoro (basti pensare alla marmitta catalitica, che abbassa il rendimento dle motore in modo proporzionale alla resistenza che i gas di scarico incontrano uscendo dal motore) se si è ricchi, ci si può privare di calore e lavoro sopportandone le conseguenze, se si è poveri, non si può forse, se si è veramente poveri, ma veramente poveri, si inquina relativamente poco, perchè si crea un'entropia bassa svolgendo poche attività. Ma questo, solo in termini quantitativi assoluti, perchè in realtà, in termini relativi (cioè ragionando in termini di entropia specifica) normalmente il povero dotato di scarsi o nulli mezzi tecnologici produce molta entropia (riflesso delle inefficienze dei propri strumenti) i cinesi non sono così poveri da non essere attivi, anzi sono fortemente attivi, ma non sono ancora così ricchi da potersi permettere di ridurre il proprio inquinamento

 

  By: GZ on Mercoledì 10 Settembre 2003 15:45

no, è solo buonsenso

 

  By: Paolo Gavelli on Mercoledì 10 Settembre 2003 15:03

"la tutela ambientale è roba da ricchi, l'unico modo x cercare una tutela ambientale dai cinesi nel futuro è rendergli + ricci da ora". -------------- ok, arruolato anche martino tra gli imbecilli irrecuperabili 2ali

 

  By: panarea on Mercoledì 10 Settembre 2003 14:57

la torta della ricchezza mondiale è la stessa + o - di 15 anni fa, soltanto che ora a tavola ci sono circa 3 mld di persone in +, prima costrette dal comunismo ad un digiuno forzato. ergo, a noi, pro capite toccherà una fetta + piccola. x tutti coloro che non sono proprietari di multinazionali (e come azionista un trader lo è) sono c***i amari. x le conseguenze ambientali, si legga articolo sul sole di qualche giorno fa, intervista al min. difesa Martino nel ruolo originale di economista: "la tutela ambientale è roba da ricchi, l'unico modo x cercare una tutela ambientale dai cinesi nel futuro è rendergli + ricci da ora".

 

  By: Paolo Gavelli on Mercoledì 10 Settembre 2003 14:00

to copy or not to copy, that's not the question! ci pensano le stesse aziende detentrici dei brevetti a produrre in cina (e in vietnam, e in indonesia, ecc). il guaio è il costo della manodopera: chi glielo comunica ai lavoratori italiani che le multinazionali "devono" produrre in asia per mantenere la competitività, ergo detti lavoratori possono scegliere tra adeguarsi a percepire un decimo dello stipendio o stare senza lavoro? forse qualcuno si sta accorgendo che uno dei nodi del capitalismo sta venendo al pettine? e che la lista di coloro che saranno chiamati a pagare è lunghissima (metterei nell'ordine: operai, agricoltori, colletti bianchi, manager, dipendenti statali, professionisti vari... si salveranno solo i grandi capitalisti e i traders ;-) l'occidente e il resto del mondo sono ormai vasi comunicanti: una parte di quello che abbiamo portato di qua (e che ci ha permesso di riempire la ns vasca fino all'orlo) adesso torna indietro. al tutto si sovrappone un problemuccio: la crescita tumultuosa dell'oriente significa anche crescita esponenziale della distruzione dell'ambiente, ma questo è secondario: da Le Scienze: "Nonostante enormi differenze per quanto riguarda la disponibilità delle risorse, i cittadini dei paesi più poveri e in via di sviluppo possiedono essenzialmente lo stesso livello di conoscenza di quelli dei paesi più ricchi sull’origine del riscaldamento globale, un livello comunque molto basso. “Purtroppo - commenta Steven R. Brechin, autore di uno studio trans-nazionale sull’opinione pubblica e i cambiamenti climatici globali - dobbiamo riconoscere che quasi tutti gli abitanti del pianeta sono ignoranti allo stesso modo sulle cause dei mutamenti climatici globali. I cittadini dei paesi più poveri hanno magari una buona scusa, ma qual è la nostra?” Brechin, docente di sociologia all’Università dell’Illinois di Urbana-Champaign, ha presentato i risultati del proprio studio in agosto, nel corso di un convegno dell’American Sociological Association. La ricerca verrà pubblicata quest’autunno su un numero speciale della rivista “International Journal of Sociology and Social Policy”. Lo scienziato ha analizzato un gran numero di sondaggi d’opinione svolti a partire dal Protocollo di Kyoto del 1997, l’accordo internazionale per regolare il rilascio dei gas serra. Alcuni dei risultati più sorprendenti riguardano i cittadini degli Stati Uniti: gli americani risultano fra i più disinformati nell’ambito delle nazioni sviluppate. Solo i giapponesi e i francesi sono allo stesso livello. Per esempio, un sondaggio del 2001 ha rivelato che solo il 15 per cento dei cittadini statunitensi era in grado di identificare correttamente i combustibili fossili come la causa principale del riscaldamento globale. “Persino i cubani, con il 17 per cento, - commenta Brechin - erano leggermente più informati”. I messicani, con il 26 per cento, risultavano in testa alla classifica dei 15 paesi presi in considerazione nel sondaggio. " 2ali

 

  By: Novartis on Mercoledì 10 Settembre 2003 02:04

Saludos a todos amigos, buon segno se si vende il falso, il vero sale di prezzo.

 

  By: panarea on Martedì 09 Settembre 2003 14:56

le do ragione. qui mi hanno ca***iato perchè sembra che i cinesi copiano anche i macchinari per test medici... altro che marchi... resta comunque il fatto che tra i paesi occidentali siamo tra i più copioni. e per questo i meno addatti a criticare

 

  By: GZ on Martedì 09 Settembre 2003 13:44

l'italia esporta credo dai 100 ai 130 mila miliardi di vecchie lire all'anno, quanto pensa che pesi la contraffazione delle borse Louis Vuitton e altri marchi fatte nei laboratori di periferia ?

 

  By: panarea on Martedì 09 Settembre 2003 11:00

lei dott. zb è troppo tecnologico l'italia fino a qualche anno fa produceva 3/4 delle borse LV nel mondo perchè erano tutte false. il falso nell'abbigliamento/arredo è super anche da noi. ma gli extracomunitari a vendere orologi sulle spiagge, fatti prima in campania ora in cina, gli ha mai visti? certo che sul software x le persone giuridiche c'è più controllo, ma sul resto siamo debolucci anche noi. abbiamo la cultura del falso e anche a noi non va molto a genio pagare di + x dare dei soldi ad un tizio oltreoceano che ha disegnato o pensato un qualunque coso.

 

  By: GZ on Lunedì 08 Settembre 2003 17:22

no... il problema è la differenza tra 1.000 casi e 1.000.0000 di casi o tra fare una cosa nel 10% oppure nel 90% dei casi in Cina copiano sempre tutto e le volte che rispettano copywright è un eccezione che finisce sui giornali e tutti si stupiscono come sia potuto succedere, nessuno mai paga una sola licenza a Microsoft o a qualunque società di software del mondo mai e così per musica e video e simili è il 99% di contraffazione se una società denuncia violazioni di diritti di autore o marchio altro in Italia in qualche modo lo perseguono in tribunale, lentamente e con errori e omissioni, ma cercano di seguire la legge, in Cina si mettono a ridere all'idea che uno straniero voglia che vengano rispettate delle leggi a suo favore e all'idea stessa che le leggi significhino qualche cosa, è proprio un altro mondo, bisogna farsi raccontare da gente che lavora da quelle parti