By: GZ on Giovedì 22 Settembre 2005 02:34
A proposito di Fazio Fiorani & C. un interessante articolo che spiega in dettaglio una soluzione giuridica per blindare i propri beni che non conoscevo
Qualcuno la conosce ? E' una cosa nuova o e' sempre esistita, esiste anche nel resto d'Europa ?
Sembra che in questo modo nessuno possa toccare niente, ma ci saranno anche degli inconvenienti no ?
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Mossa a sorpresa di Gianpiero Fiorani che mette al sicuro una parte consistente del patrimonio familiare. Incalzato dall’inchiesta giudiziaria e forse fiutando qualche pericolo per i beni di proprietà della famiglia, l’ex numero uno della Banca popolare italiana (1,9 milioni di emolumento incassato nel 2004) ha «blindato» in un fondo patrimoniale gli immobili suoi e quelli della moglie nonché le quote di una società.
LA BLINDATURA E LA VILLA IN SARDEGNA - Il fondo patrimoniale è un istituto giuridico, previsto dal codice civile, che tra l’altro garantisce una certa protezione da eventuali pretese di creditori. Tempi e modi dell’operazione messa in atto da Fiorani non sono casuali. E i beni intorno ai quali è stato steso il cordone sanitario rappresentano un consistente portafoglio immobiliare. Quello ufficiale, almeno, perché su eventuali altre proprietà intestate a prestanome sta indagando la Procura di Milano. Oltre alla maison di Cap Martin sarebbe spuntata anche un’altra villa milionaria in Sardegna. Entrambe attribuibili a Fiorani? Gli accertamenti sono in corso. Il fondo patrimoniale di fatto integra il regime già scelto dai coniugi (separazione dei beni nel caso di Fiorani e moglie) e ha lo scopo di «blindare» un patrimonio che così viene dedicato esclusivamente a soddisfare i «bisogni della famiglia». In questo vincolo di destinazione c’è lo schermo nei confronti di eventuali creditori, attuali o futuri. In passato, per fare un paio di esempi, venne utilizzato dalla figlia e dal genero di Sergio Cragnotti oppure da alcuni consiglieri di amministrazione di Parmalat. Sempre e comunque prima della bufera, prudentemente.
I DUE GIORNI CALDI - L’atto di Fiorani viene firmato il primo settembre davanti al notaio lodigiano Lorenzo Stucchi. Padroni di casa, nello studio milanese di via Manin, nonché testimoni, gli avvocati Francesco Mucciarelli e Luisa Mazzola, i penalisti ai quali si è affidato il manager. Proprio il giorno prima, il 31 agosto, c’era stato in Procura, davanti ai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, il primo interrogatorio (subito secretato) del banchiere, indagato per aggiotaggio. Poi riceverà un’informazione di garanzia per false dichiarazioni sul suo patrimonio. Dunque il fondo nasce ed è attivo il giorno successivo al primo interrogatorio in Procura. Non una coincidenza, forse.
CASE E CAMPAGNA - Dentro il «contenitore» giuridico e destinati «a far fronte - scrivono i coniugi Fiorani - ai bisogni della famiglia», finiscono una serie di immobili in proprietà diretta. Il primo è l’abitazione di residenza a Lodi, due piani, 11 camere e un box di 23 metri quadrati. Poi quattro appartamenti più vari box sempre a Lodi e tre appartamenti in campagna, in un paesino vicino a Lodi. Si chiama Fombio, confina con San Fiorano e tra i pochi abitanti c’è anche un Giampiero Fiorani (nessuna parentela) che ha un’officina meccanica.
IL MUTUO CON BPI - Oltre alle case, nel fondo viene girato anche il 100% dell’Immobiliare finanziaria lodigiana (Ifil), posseduta pariteticamente da Fiorani e moglie. Ifil è a sua volta proprietaria di immobili a Lodi e Milano per un valore (d’acquisto) di 3,6 milioni di euro. Il «tesoro» destinato «a far fronte ai bisogni della famiglia» è dunque al sicuro, con uno strumento legittimo, il fondo patrimoniale, che garantisce una tutela dai creditori. Tra quelli di Ifil, per esempio, dovrebbe esserci proprio la Banca popolare italiana che con la società del suo ex numero uno ha un mutuo residuo di 1,8 milioni e ipoteche sugli immobili per 4 milioni.