By: Moderatore on Sabato 08 Agosto 2015 20:40
Il migliore caffè che io conosca lo fa Manuel Terzi prima a Bologna e ora a Vignola. Qui una sua lettera aperta al Sindado di qualche giorno fa
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Lettera aperta al sig. Sindaco del Comune di Vignola
Gent. Sig. Sindaco, leggo le sue parole citate nell’articolo pubblicato su Il Resto del Carlino di Modena in data 17/07/2015, che qui riporto.
Essendo la mia l’unica attività che provvede alla mescita di Caffè nella zona di (a pochi metri da) via Bernardoni, mi sono sentito chiamato in causa, e perciò rispondo a mia firma, e a firma di coloro che vorranno apporla – autografa o digitale con un “mi piace” - in calce a questa mia.
Leggendola, gent. Sig. Sindaco, non posso astenermi dal fare alcune considerazioni, senz’altro semplici, spicce e lapalissiane; ma direi inossidabili e pressanti.
E che vorrei pubblicamente condividere.
Premesso che, a mio parere, se l’amministrazione comunale concede una autorizzazione commerciale deve creare e mantenere i presupposti perché l’attività in oggetto possa essere svolta. Con il blitz a cui abbiamo assistito della chiusura – a sorpresa - di via Bernardoni, le garantisco, gent. Sig. Sindaco, molti corrieri faranno davvero fatica – e talvolta non riusciranno – a raggiungere la mia attività, e immagino non solo la mia.
Mi piacerebbe capire Lei come preveda lo scarico di merci (nel mio caso sacchi da 60 o 70 kg) se non arrivando davanti all’attività stessa…
Ma premesso questo, come Lei ben sa, noi piccoli commercianti italiani, viviamo in un sistema - quello imprenditoriale odierno in Italia - al limite della sopravvivenza, per quanto vessato da una marea di assurda burocrazia e da un regime fiscale al limite dell’usura.
Tutto ciò rende poco opportuno e poco furbo intraprendere una piccola attività autonoma in questo paese; immane sforzo che appare ammissibile e affrontabile soltanto se animato da una passione e da un amore smisurati per il proprio lavoro, come - tuttora – grazie a Dio tante volte succede.
Ciò non di meno, la passione e l’amore di cui sopra, in molti di noi, sono secondi solo alla serietà, alla morale, all’etica ed alla deontologia, che ci spingono ad essere - e a cercare di rimanere - quei cosiddetti “commercianti seri”. In quanto tali, gent. Sig. Sindaco, teniamo ad essere precisi e puntuali in tutti i nostri adempimenti; come avrà senz’altro notato (parlo con assoluta certezza per quanto concerne la mia attività) dal regolare nostro adempimento nei confronti di tasse, imposte e oneri comunali vari, e come possono confermare i nostri collaboratori, i cui stipendi e i cui nostri obblighi nei loro confronti anteponiamo alle nostre stesse esigenze.
Da sempre, per noi, gent. Sig. Sindaco, prima di tutto vengono gli impegni nei confronti di terzi (con la minuscola).
Ecco perchè, gent. Sig. Sindaco, non possiamo fare a meno di ragionare da bottegai: perché quei due Caffè in meno (giacchè i due in più non li ho visti), fanno la differenza tra il permetterci o il non permetterci di fare onore ai nostri doveri e ai nostri impegni.
Siamo stati abituati a pensare in piccolo, a fare piccoli passi, ed è proprio questo che ci ha permesso fino ad oggi di sopravvivere e mantenerci, nel rispetto di tutti quelli che lavorano insieme a noi.
La mentalità da bottegai è quella che regge l’Italia, caro Sig. Sindaco, ed è quella stessa che ancora regge e permette la sopravvivenza di tanti centri storici italiani, in barba alle pedonalizzazioni selvagge, irrazionali, impreparate e improvvisate ed al proliferare dei centri commerciali.
Manuel Terzi Caffè Terzi Fiero Bottegaio