Pana> "trump sta compattando cina, russai, iran e e tanti altri paesi in un fronte antiusa alla fine gli usa rimarrano da soli, dietor un muro"
Aveva cominciato Obama. Ci sono delle politiche strategiche USA di fondo che sono indipendenti dal presidente. E questo lo dico per te e per Gianlini che avete opinioni estreme e poco obiettive nei confronti di Trump e in senso opposto su Obama. E' dai tempi di Obama che dico che gli USA stanno spingendo la Russia ad un rapporto sempre piu' stretto con la Cina. Con Trump nella sostanza le cose non sono cambiate, sono cambiate solo nel metodo. Infatti il problema piu' grosso per gli USA, che sono una potenza navale, e' il ricompattamento continentale dell' Eurasia. Innanzitutto un' Europa che contenga in se stessa anche la Russia, con la tecnologia e i capitali europei e con l'energia, le estensioni e le materie prime russe. Se vedi infatti cercano in tutti i modi di metterci zeppe ai confini: il colpo di stato in Ucraina, i Paesi Baltici nella NATO e che strillano contro la Russia, il Montenegro nella NATO, appartenenza completamente inutile per l'alleanza, fatta solo per provocare la Russia; direi quasi che gli sta bene che il poverissimo Montenegro dovra' ora dedicare il 2% del suo quasi inesistente PIL per gli armamenti... Poi un accordo soprattutto in materia di scambio di materie prime, energia e tecnologia militare tra Russia e Cina, oltre ad un accordo valutario per bypassare gli scambi in dollari.
Il blocco di qualsiasi progetto euroasiatico e' un' esigenza strategica per gli USA indipendentemente dal fatto che sia presidente Obama o Trump. Gli USA pero' hanno difficolta' a combattere su tutti i fronti: se cercano di staccare la Russia dall' Europa,sia con le sanzioni che usando i propri servi europei, come stanno facendo ora, la Russia si spinge verso la Cina, e viceversa.
Obama e Trump tanno rispondendo a questa sfida in modo nemmeno non molto diverso e direi anche tutti e due in modo piuttosto maldestro. La strategia russa invece e' secondo me quella giusta per un paese di quelle caratteristiche: e' la strategia soft. Di non mettersi in contrasto diretto con gli USA, nonostante le provocazioni, ma di cedere terreno per poi riacquistarlo da un' altra parte, lasciando fare l' avversario, che sta invece facendo casini in tutto il mondo: Iraq, Libia, Afghanistan, Ucraina, Siria, Mar della Cina, Filippine, Messico, la guerra per procura saudita contro lo Yemen e contro l'Iran, lo Stretto di Hormuz, i tentativi di destabilizzazione in Russia e in altri paesi attraverso personaggi come Navalny, la guerra contro Wikipedia e Assange... e nel fronte interno il Russia Gate che sta mettendo in un conflitto istituzionale senza precedenti le Presidenza degli Stati Uniti con le piu' importanti e piu' potenti agenzie del paese... Oramai sono solo i camerieri europei (e il Giappone) che li seguono. E sono considerati cosi' camerieri e quindi cosi' di poco conto che Trump manco li interpella piu'. La Cina invece mi sembra che se ne freghi. Sa di essere sufficientemente grande e potente e fa sostanzialmente quello che gli pare.