By: Moderatore on Sabato 16 Ottobre 2004 18:05
Merril seleziona sei small cap europee in base alla solidità del dividendo. Impregilo annuncia l’aumento di capitale
^di Luca Testoni - 16-10-2004 B&F#http://www.borsaefinanza.it/art.pic1?ID=108971^
Per chi guarda al dividendo come parametro di scelta tra le small cap, occhi aperti su Impregilo. Il gruppo milanese di costruzioni, infatti, secondo un recente report di Merrill Lynch, risulta tra le sei medie aziende europee che garantiscono la maggiore solidità nella distribuzione delle cedole. La banca d’affari americana ha pubblicato alcuni giorni fa un’ampia ricerca finalizzata a individuare criteri di selezione nell’ambito delle small cap: «In Europa - scrive Merrill - le piccole aziende quotano a uno sconto medio minimo, attorno al 3%, rispetto alle large cap. E il growth premium non basta a giustificare questo equilibrio». Secondo gli analisti del gruppo americano, infatti, l’attuale fase congiunturale non offre potenzialità di crescita tali da giustificare un ritorno sulle società a minore capitalizzazione. Da qui, «la centralità di un approccio stock picking». E tra i driver che possono consigliare l’investimento, Merrill cerca di individuare «le azioni che più probabilmente beneficeranno del ritorno di fiamma verso la liquidità». Ma se è vero che «molte piccole società pagano dividendi, solo alcune di esse garantiscono una solida crescita della cedola, nonché un certo supporto finanziario per il futuro payout». Le sei società europee che soddisfano i parametri di Merrill sono Sarna (Svizzera), Attica holding (Grecia), Empresarial Ence (Spagna), Bellway e Bovis (Regno Unito) e, appunto, Impregilo. Quest’ultima, in particolare, ha pagato il dividendo (0,03 euro per azione) nel 2003/2004 e, soprattutto, garantisce un rendimento superiore a quello del mercato (6,9%) e un dividend cover (utili su dividendo) pari o superiore a 2, indice della capacità di redistribuire liquidità. «Oggi - scrive Merrill - Impregilo tratta a 6,2 volte gli utili 2004, 4,9 gli utili attesi 2005 e 3,4 quelli dell’anno successivo. Prevede una crescita dell’eps superiore al 25% per entrambi i prossimi esercizi, partendo tuttavia da una base molto bassa (questo spiega la minima crescita stimata del dividendo, ndr)». Un’altra società citata da Merrill è Caltagirone Editore, per «il rendimento superiore a quello di mercato e una prevista robusta crescita della cedola (10 e 13,6%, nei prossimi due anni)». A Caltagirone, tuttavia, manca la solidità: il dividend cover resta sotto quota 2.
In Europa, secondo il report, circa tre quarti delle small cap (il campione si riferisce a 454 azioni dell’Msci Pan European SmallCap Index) ha pagato un dividendo lo scorso anno, e quest’anno altre 42 società dovrebbero aggiungersi, portando la percentuale all’85 per cento. Attualmente, il 40% del campione sta offrendo un rendimento superiore a quello del mercato, mentre attorno al 30% presenta un dividend cover superiore a due. «In generale - sottolinea l’analisi - l’Italia costituisce una regione con una proporzione di piccole azioni che pagano dividendi inferiore alla maggior parte delle altre aree europee». Un bel regalo, perciò, per Impregilo, che ha passato una settimana contrastata. Martedì 12 ottobre, infatti, la società guidata da Pier Giorgio Romiti aveva spiegato i termini di un aumento di capitale da 500 milioni, tra azioni, convertibili e warrant, da attuare entro il 2004 o, al limite, nella prima metà del 2005. Al quale si prevede di aggiungere un ulteriore afflusso di risorse per 500 milioni attraverso un prestito bancario a medio termine. Una sorta di rassicurazione sulla solidità finanziaria futura del gruppo, che ha ormai superato i timori sui rimborsi obbligazionari per il 2004, pari a 200 milioni. Una solidità cui, stando alle dichiarazioni di Romiti, avrebbe dovuto contribuire anche l’entrata nel capitale degli spagnoli di Sacyr Vallehermoso «per una quota non superiore al 4-5%», come aveva spiegato il manager, pena il rischio di superare la soglia dell’Opa obbligatoria in caso di successivo patto di sindacato con Gemina (che ha il 24,86%). Tutto stabilito? Niente affatto. Mercoledì 13, dalla Spagna, è arrivata la retromarcia di Sacyr: «Le quote in Impregilo non interessano».