By: Moderatore on Giovedì 16 Giugno 2011 13:15
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Energia,Italia verso il record di spesa
"Il 2011 ci costerà 63 miliardi di euro"
Secondo le stime dell'Unione petrolifera, la bolletta energetica per coprire il fabbisogno nazionale di luce e gas e quella specifica del petrolio quest'anno toccheranno il massimo storico. Romani: "Puntiamo su significativo contributo dalle produzioni nazionali di idrocarburi"
Una centrale eolica
ROMA - Il 2011 segnerà un nuovo record storico per la bolletta energetica italiana, quella cioè che il Paese paga complessivamente per far fronte al proprio fabbisogno di luce e gas. Secondo le stime dell'Unione petrolifera (Up), la fattura complessiva supererà i 63 miliardi di euro (contro i 53,9 del 2010), mentre la sola bolletta petrolifera salirà da 28,5 a circa 36 miliardi di euro, registrando anche in questo caso un massimo assoluto. Dopo essere sceso nel 2009 all'1,3%, valore medio dei primi anni 2000, il peso della spesa petrolifera sul Pil è tornato all'1,8%. Nel periodo di picco (1980-83) in media era il 4,6%.
In questo scenario, dopo la crisi libica e lo stop al nucleare arrivato dal referendum, il governo punta ad aumentare la produzione nazionale di gas e greggio. Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, intervenuto all'assemblea annuale dell'Up. "Ci attendiamo - ha detto - un significativo contributo delle produzioni nazionali di idrocarburi già a partire da quest'anno. Sviluppi attesi in Basilicata dove la produzione aumenterà di oltre 90mila barili al giorno per arrivare al 7% dei consumi nazionali".
Pesa sulla bolletta il prezzo del greggio. Il record precedente della bolletta energetica risaliva al periodo pre-crisi economica, ovvero al 2008, anno in cui la spesa complessiva aveva sfiorato i 60 miliardi (59,937) e quella petrolifera si era attestata a 32,4 miliardi di euro. L'Up evidenzia che a pesare sulla fattura petrolifera è esclusivamente l'alto prezzo del greggio, visto che i consumi continuano ad essere penalizzati.
"La crisi economica - ha sottolineato il presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita - ha colpito pesantemente il sistema industriale italiano e in particolare quello petrolifero, che è stato l'unico a registrare una nuova contrazione nei consumi. Il petrolio è stata infatti l'unica fonte che non ha recuperato nulla di quanto perso nel 2009 a causa della crisi, come hanno invece fatto energia elettrica e gas. Il suo peso sul totale è così sceso intorno al 39% rispetto al 41% del 2009, pur restando la nostra principale fonte di energia".
"Complessivamente - ha detto De Vita - negli ultimi sei anni i consumi petroliferi sono diminuiti più di quanto avessero fatto in occasione del secondo shock petrolifero (19,2 milioni di tonnellate in meno)".
Romani: "Puntiamo su produzione di gas nell'offshore italiano". Romani ha chiarito anche che ora si punta anche a un aumento delle produzioni di gas nell'offshore italiano dove il Paese "vanta un primato mondiale in termini di sicurezza e dove c'è la possibilità di incrementare le nostre produzioni di gas, oggi di 7 miliardi di metri cubi l'anno, di ulteriori tre miliardi". Il ministro ha parlato di due fronti, quello del Mar Ionio e quello della parte orientale delle Isole Tremiti: "Mentre sul Mar Ionio - ha spiegato - probabilmente riusciremo a trovare una soluzione, a est delle Isole Tremiti ci sono dei meccanismi locali per cui sarà complicatissimo". A questo proposito, Romani si è chiesto "se queste persone si rendono conto di cosa significa: senza energia si torna al Medioevo". Per il settore gas, ha detto inoltre il ministro, "si stanno aprendo interessanti prospettive nello sfruttamento dello shale gas", su cui "le società italiane potranno giocare un ruolo importante all'estero, ad esempio in Polonia e in Algeria".
Ruolo strategico a infrastrutture più rilevanti. "Per il tema della sicurezza degli approvvigionamenti petroliferi prevediamo di individuare in concreto le infrastrutture e gli insediamenti strategici nel settore petrolifero, attribuendo al ministero dello Sviluppo Economico le competenze autorizzative", ha aggiunto il ministro. "Anche le infrastrutture petrolifere di maggiore rilevanza e dimensione, così come quelle del gas e dell'energia elettrica - ha proseguito - devono essere considerate strategiche per lo sviluppo industriale del Paese". Alla domanda se intendesse assumere alcune delle competenze del ministero dell'Ambiente, Romani ha risposto: "Non è questo. Si tratta invece di definire quali siano gli insediamenti strategici nella programmazione energetica nazionale. Su questo punto, vedi Porto Tolle, penso sia il caso che l'Italia si doti di meccanismi di decisione che tengano conto delle strategicità di alcuni insediamenti".