Finpart: riassunto finale - banshee
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By: banshee on Martedì 10 Settembre 2002 14:46
E a quanto pare, pure le mie perplessità sulla sostenibilità di un debito che aveva raggiunto proporzioni pari a più di 4 volte i mezzi propri erano fondate.
Kurtainitis ha perfettamente ragione!
Facchini ha sbagliato prima, non adesso.
Oggi come oggi non poteva fare altro, con un debito a quel livello, interessi sul debito superiori al MOL, e margini operativi che non crescevano secondo le previsioni. Previsioni troppo ottimistiche, come avevo suggerito: bastava una congiuntura sfavorevole, com'è appunto quella attuale, e andavano a farsi benedire. E con quel debito si finiva a gambe all'aria.
E se devi dismettere qualcosa, è bene farlo senza avere l'acqua alla gola. Se l'interessato all'acquisto sa che hai bisogno di soldi come del pane, è chiaro che ti offrirà due lire, e cercherà di farti cuocere nel tuo brodo.
E adesso appare chiaro che ero nel giusto anche nel ritenere che la proroga dei warrants era dettata solo dal bisogno di soldi che la società aveva, e non da complesse elucubrazioni cerebro-finanziarie.
Anche Masfuli ha ragione: un aumento di capitale è sempre diluitivo.
Ma in questo caso si diluiscono le perdite, non gli utili, che Finpart non ha mai avuto, se non a livello operativo.
E si rafforza la struttura patrimoniale della società, salvandola dalla liquidazione coatta.
Un po' di diluizione è il minimo, e sempre meglio dell'azzeramento.
I nuovi entranti non sono matti. Pagano 1 euro come premio per sedersi nella stanza dei bottoni. E perchè probabilmente il valore della società, dopo quest'iniezione assolutamente necessaria di capitali freschi, in prospettiva è maggiore degli attuali prezzi di mercato.
In fondo, Finpart, possiede marchi di valore, con buoni margini e fatturato in buon aumento. Adesso che ha pure una certa tranquillità finanziaria, raggiunta col costo migliore possibile (rispetto a svendita di assets o prestiti a condizioni capestro), magari una creazione di valore sarà finalmente possibile.
Buffett non diluisce la Berkshire perchè se lo può permettere, avendo tanta liquidità quanta ne vuole. Mentre l'unica cosa liquida che aveva Facchini erano le lacrime che gli venivano agli occhi ogni volta che pensava alla posizione finanziaria della società che gestiva.
E poi Buffett ha sempre detto pure che le uniche società che ha visto fallire sono quelle che si allargano troppo. Esattamente quello che ha fatto Facchini, senza tener conto di altro che non fossero previsioni di crescita.
Adesso spero solo che migliori finalmente la comunicazione finanziaria di questa società, allo stato assolutamente insufficiente, mistificante e mortificante per il mercato ed i piccoli azionisti.
Riguardo l'OPA, qualcuno mi deve spiegare che bisogno aveva Facchini di lanciare un'OPA su una società che già controllava. Per non dividere con nessuno i debiti enormi che tale società aveva?
O c'era qualcun altro interessato a rilevarla? In questo caso, è ancora possibile. I prezzi sul mercato sono quanto mai appetitosi.
Solo che dopo l'aumento di capitale dovrà sorbirselo lui da solo.