E’ possibile un approccio meno distruttivo per la società ed economia italiane di quello fin qui adottato dal governo ? Parlare del buco che si sta scavando nella nostra economia in queste settimane sembra di pessimo gusto pensando a chi in questo momento è in terapia intensiva, ma allo stesso tempo leggiamo della mancanza di attrezzature e personale nella sanità italiana rispetto a quella di altri paesi del nord europa e perdere ora 100 o 200 miliardi di PIL non aiuterà ad aumentare nei prossimi anni i 115 miliardi di spesa sanitaria pubblica italiana
Innanzitutto, il paragone istintivo con la Cina che ha chiuso tutto nella provincia dello Hubei e la sua capitale di Wuhan è fuorviante. Il governo cinese si è potuto permettere un approccio così drastico rivolto a sradicare velocemente il contagio perchè lo Hubei con 70 milioni circa di abitanti rappresenta il 4% della popolazione ed è una regione di secondo piano, come se da noi si bloccasse tutto in Molise o Abruzzo. Se l’epicentro fosse stato nella regione di Shangai che è l’equivalente cinese di Milano come importanza e il triplo come popolazione, probabilmente l’approccio sarebbe stato diverso.
Bisogna capire che alla data di oggi la Cina ha già ottenuto un successo straordinario, ha sradicato il contagio a tutti gli effetti perchè il numero di decessi fuori dallo Hubei, tra 1,300 milioni di cinesi è sceso a zero e il numero di “casi” giornalieri è sceso sotto 100. Persino in Hubei siamo scesi solo a 22 decessi al giorno. Il governo cinese ha scelto un approccio drastico, rigoroso e da “stato di polizia” con coprifuoco e 70 milioni di persone chiuse in casa senza lavorare e che ricevevano alimenti freschi da fornitori con lo scafandro, Lo ha potuto fare perchè il resto della Cina, il 95% del paese, era fuori dalla “zona rossa” e continuava a produrre e lavorare e rifornire la provincia “malata” e chiusa in casa. Per alcune settimane molti non sono andati in ufficio anche a Pechino, chiunque poteva ha lavorato da casa, sono crollate le vendite di auto ad esempio e di altri beni durevoli, ma se si guardano le statistiche, la produzione sta già riprendendo e così l’export e l’import. Prova ne sia che le borse cinesi fino a stamattina (quando c’è stato il crash del petrolio del -30% che ha scosso tutti i mercati) avevano quasi recuperato tutte le perdite subite da gennaio per il Covid-19
Il governo cinese però non ha solo bloccato completamente 70 milioni di persone in Wuhan, senza neanche farli andare, quasi tutti, a lavorare. Ha anche adottato, se si legge il report dalla Cina del 28 febbraio dell’OMS, un altra strategia che in Italia non si è considerata. In Hubei, sono stati costituiti 1800 team di epidemiologi e medici che per ogni malato grave da Covid-19, hanno sistematicamente rintracciato tutte le persone con cui la persona era stata in contatto nell’ultimo periodo, sottoposte al tampone e se risultati positivi poi chiusi in quarantena 24 ore al giorno, fuori dalla famiglia, in isolamento con altri contagiati. Questa è una strategia mirata e specifica di quarantena vera limitata a qualche decina di migliaia di persone e secondo l’OMS è stata molto efficace. In Italia si applica la quarantena solo ai famigliari del contagiato in terapia intensiva. Per capirci, in Cina per ogni malato grave si rintracciano sistematicamente e si mettono in quarantena 20 o 30 conoscenti, amici e parenti che risultino anche positivi al test. In Italia si mettono in isolamento solo i famigliari oppure persone che segnalino sintomi tali per cui si ritiene opportuno il test
Da noi si sono messi in una forma di ”quarantena generica” prima dei paesi e ora le regioni chiave del paese in termini economici, con milioni di persone, indipendentemente dal fatto che gli individui siano contagiati, solo perchè residenti nel comune “sbagliato”. Ovviamente lo si fa in modo approssimativo, cioè vietando di uscire dal Comune e impedendo ogni forma di aggregazione, ma lasciando che tutti vadano al lavoro, facciano la spesa e possano girare, perchè appunto si tratta di milioni di persone e del cuore dell’economia e non puoi avere un collasso totale di un paese
In più in Cina si è mobilitato l’intero paese per aiutare lo Hubei, tutto il personale medico militare e altre equipe di medici sono sbarcati in Hubei e si è speso senza limiti per allestire al volo ospedali, reparti di terapia intensiva e spazi per la quarantena dei contagiati. Quello che la Cina ha fatto e l’Italia non sta ancora facendo, è uno sforzo di aumentare immediatamente la capacità dei reparti specializzati degli ospedali. Questo significa acquistare immediatamente attrezzature saltando le procedure normali e soprattutto richiamare temporaneamente medici e infermieri in pensione offrendo loro un compenso extra (tre mesi pagati tutti come straordinario esentasse ad esempio). Chiedere a medici e ospedali di altre regioni come in Cina non è fattibile perchè la sanità italiana ha capacità limitate a causa dell’austerità e in altre regioni ci sono problemi di efficienza maggiori che in Lombardia
L’altra cosa che la Cina ha fatto è questo approccio sistematico, costoso dal punto di vista organizzativo, di andare a rintracciare ed esaminare tutti i contatti recenti di ogni paziente in condizioni serie, applicando poi una vera quarantena a decine di migliaia di persone ovunque esse siano poi residenti.
Noi abbiamo ora invece un coacervo caotico di di blocchi, divieti, limitazioni per 16 milioni di persone che producono metà del PIL italiano, per cui se oggi uno di Reggio Emilia scende a Roma rischia di essere messo in quarantena solo perchè residente nella zona “arancione” e se vuole andare a Bologna senza motivi di lavoro rischia 3 mesi di carcere. Ovviamente se un emiliano non può andare in Toscana ora, nel resto del mondo non lasceranno entrare nessun italiano tra breve. Stiamo rischiando la paralisi dell’economia e una distruzione di reddito come quella della crisi del 2008-2011
L’’Italia indica ora altrettanti decessi del mondo intero messo assieme, inclusa la Cina. Questo deve far riflettere. I decessi in Italia riguardano finora persone con un età media di 81 anni e nell’85% dei casi con altre patologie, nella metà dei casi tre patologie. In Hubei ad esempio la media era di 57 anni per i pazienti deceduti. Diversi esperti hanno avanzato l’ipotesi che in altri paesi si classifichino come decessi per problemi cardiaci preesistenti quello di pazienti di questo tipo che risultino avere anche problemi respiratori dovuti al Covid-19
Negli ultimi giorni si è imposta l’idea che qualunque sacrificio economico è giustificato perchè è un emergenza come in guerra e decessi possono diventare migliaia. Va ricordato che un mese fa nessun esperto prevedeva che la Cina (e la Corea) sarebbero state in grado di neutralizzare l’epidemia così in fretta
Se però è veramente un emergenza come in guerra allora perchè il governo si limita ad un deficit del 2,4% che è esattamente quello che avevamo in media tra il 2013 e il 2019. Parliamo di forse 10-12 miliardi in più, quando solo i 50 miliardi di spesa turistica da parte di stranieri scompariranno e le stime sono che il buco che si sta scavando nel nostro PIL possa essere tre volte tanto. Senza contare che il crollo in borsa delle banche (che ora nel nord “arancione” sospendono le rate ai mutuatari e imprese) produrrà altra stretta al credito e si suoi effetti
Stiamo andando verso un altra crisi generale se non cambiamo rotta. Il governo deve concentrarsi nell’aumentare le capacità di terapia intensiva e nello schedare e mettere in quarantena alcune decine di migliaia di persone che erano in contatto coi malati gravi e che risultano contagiate. Poi ovviamente si raccomanda l’uso di mascherine, igiene sistematica e meno socialità. Ma è assurdo impedire i movimenti di un quarto degli italiani e fingere di poter mettere in una “quarantena”, generica il cuore industriale dell’Italia. E occorre avere un deficit di almeno il 5% del PIL come nel 2009, perchè l’emergenza economica è uguale o peggiore